Una dimensione senza tempo, dove tutto è fermo. I giorni tutti uguali. Le notti come ieri. Lo sai… il tempo qui non muore mai. L emozione riposa e lascia spazio al silenzio. È il silenzio che somiglia al mio amore.
Due che rendono il pubblico inerme a una sensazione di confortevole malinconia; intriganti, che spingono a entrare in una dimensione estemporanea dove quello che succede non ha inizio né fine. Dove nasce la consapevolezza che tutto quello che noi facciamo è sempre diverso dagli altri: la paura di conoscere un mondo nuovo che è difficile da interpretare.
Il tempo qui non muore mai racconta, attraverso la finzione teatrale la verità delle vite quotidiane di un gruppo di persone con differenti abilità. Una storia che parte dalle prime luci dell’alba, e che attraverso lo scandire del tempo rappresenta le piccole e grandi battaglie e vittorie cui questo gruppo si trova ad avere a che fare quotidianamente. Integrazione, parola e gioco. Ovvero le tre parole che definiscono al meglio lo spettacolo e che forse descrivono in modo efficace ciò che le vite di queste persone sono. Integrazione: ogni mattina la luce del sole spinge l’uomo ad uscire di casa per riallacciarsi col resto del branco umano; la stessa cosa avviene per queste persone, ma l’integrazione, lungi dall’essere un normale processo sociologico, è qui vista come un obiettivo, una quotidiana sfida, un punto all’orizzonte in perenne movimento, tartaruga di Achille splendente e piena di promesse. Parola: perché è attraverso le voci di queste persone che riusciamo, coi loro racconti e confessioni, a scorgere le difficoltà di una sfida spesso impari, a leggere differenze e convergenze, a intuire quanto la quotidianità possa presentare per ognuno di noi picchi e abissi di felicità e sconforto diametralmente opposti o straordinariamente simili. Gioco: ovvero lo strumento sociale che dopo la parola avvicina l’uomo al suo simile più di ogni altra cosa. Alcuni degli attori sono atleti veri, con al loro attivo medaglie vinte in diverse discipline agonistiche. Attraverso il gioco e l’attività fisica è possibile notare quanto il gioco sia unificante, uguale per tutti, differenti o normali, deboli o forti.
Al Silenzio somiglia il mio amore è fratello gemello e insieme nemesi di “Il tempo qui non muore mai”. Se nel precedente spettacolo il racconto era focalizzato nel lasso di tempo fra alba e tramonto, qui siamo invece nella zona d’ombra. Nella notte, nel “fuori scena”, nel privato più intimo e segreto. Il silenzio del titolo possiamo identificarlo con quello notturno. Il silenzio del sonno, il non luogo in cui i sogni diventano reali e vivono di luce propria. È in questo spettacolo che viene fuori il lato più onirico, surrealista e poetico degli attori in scena. Possiamo vederli muoversi come fantasmi sulla scena, rappresentare battute di caccia che somigliano alle sfilate di moda, quasi a parodiare il mondo patinato dei “normali”, in una penombra di movimenti e spazi solo apparentemente occupati in modo casuale. E anche qui possiamo sentirli raccontare, recitare esprimere con la parola e con la voce il loro punto di vista. Punto di vista “diverso” quindi speciale, punto di vista unico e splendente di verità. Un teatro che con la finzione racconta la verità più vera, e lo fa con testi che di “vero” hanno ben poco. La voce però non mente, ed è attraverso le voci più che attraverso le parole, che scorgiamo questa verità sepolta a cui non vogliamo troppo spesso dare importanza e spazio.
Attraverso il gioco, il contatto umano, il racconto la voce e la parola entriamo per quasi due ore nelle vite di questi attori straordinari. Per poi uscire da teatro con una consapevolezza in più; la consapevolezza che la normalità del nostro branco è solo apparente. C’è altro fuori, ed è bellissimo. Il tempo lì non muore mai.
Codice-Ferai è un laboratorio di teatro integrato nato nel 2014: l’obiettivo è integrare le varie abilità e abbattere le barriere invisibili dell’indifferenza e del pregiudizio tra normodotati e diversamente abili; lo strumento per perseguire lo scopo è il linguaggio universale del teatro che nasce e si nutre di un concetto fondamentale: siamo tutti normali in modi diversi, perciò la normalità è essere diversi l’uno dall’altro. Quest’anno in scena le due classi del laboratorio per un totale di 60 attori con diverse abilità e non.
SABATO 2 GIUGNO
ORE 18:30 – Al silenzio somiglia il mio Amore (classe Delbono)
ORE 20:30 – Il tempo qui non muore mai (classe Platel)
Informazioni e prenotazioni
3487765583 3402432303 – info@codicesegreto.net
Entrambi gli spettacoli sono scritti, interpretati e diretti da Ga&Andrea Ibba Monni
Assistenti di scena: Silvia Grussu, France Mulas, Betta Murgia, Raffaella Ruiu
Assistenti alla regia: Andrea Oro e Simone Sund
L’intero ricavato verrà utilizzato dall’associazione Codice Segreto per la realizzazione di progetti dedicati ai loro artisti speciali.
Costo biglietto singolo spettacolo € 10,00
Costo biglietto personale (non cedibile) per due spettacoli € 15,00
Andrea Oro e Simone Sund, Assistenti alla regia degli spettacoli